Dopo 5 anni la Squadra Cadetta saluta Davide Baracchi

Gli ultimi 5 anni hanno visto la Squadra Cadetta Sitav Rugby Lyons avere un percorso di crescita entusiasmante, che ha visto i Leoni ripartire da zero dopo lo stop per il Covid, fino ad arrivare a una trionfale promozione in Serie B coronata da un’ottima stagione da neopromossa nel campionato nazionale. Questo percorso ha un artefice, che per primo ha creduto nella crescita dei giovani del vivaio e li ha portati ad esprimere tutto il loro potenziale anche in campionati più probanti: dopo 5 intense stagioni alla guida dei giovani Leoni Davide Baracchi lascia la panchina a causa di un importante sbocco lavorativo, che non gli avrebbe più permesso di seguire la squadra con la stessa costanza, impegno e disponibilità portate in questi anni.

Dagli allenamenti in distanziamento sociale con un numero esiguo di giocatori al portare 48 ragazzi ad esordire in Serie B: un lavoro enorme che ha permesso prima di tutto la creazione di un gruppo di giocatori con una forte identità e coesione, che ha progressivamente accolto al suo interno giovani talenti pronti a spiccare il volo. L’unione tra “veterani” e “matricole” ha portato a un continuo stimolo e crescita di livello della squadra, che negli anni ha raggiunto risultati impensabili in precedenza: prima una finale promozione dalla Serie C giocata a viso aperto con il Firenze, poi la grande stagione 2023-2024, conclusa da imbattuti e la storia promozione in Serie B. in quest’ultima stagione i Leoni non hanno pagato lo scotto del salto di categoria, dimostrando di meritare pienamente la permanenza con un ottimo sesto posto finale e la seconda miglior difesa del girone.

Al termine di un’altra stagione intensa, Davide Baracchi ha salutato i “suoi” ragazzi, tracciando un bilancio della sua esperienza: “Il segreto principale di questa crescita è stato credere in un progetto, pensato a tavolino assieme ai 3 dirigenti che mi hanno accompagnato in questi anni,  Marco Sfulcini Gianluca Groppelli e Valerio Valeri, e ai quali dirò sempre ‘grazie’ per questa avventura. L’obbiettivo principale era quello di ricostruire un’identità e un’anima alla squadra cadetta, secondo principi fondamentali di crescita umana e seguendo ciò che la storia della società ci ha insegnato: ‘creare un gruppo/famiglia’. Da quindici giocatori sul campo dei primi allenamenti siamo arrivati ad averne più di 50 in rosa anche grazie all’aggiunta di altre tre figure fondamentali per la crescita del gruppo, come il mio compagno di panchina Emanuele Solari e i dirigenti Sandro Spezia e Marco Bongiorni, che hanno condiviso le basi costruite anni prima, e ci hanno dato l’opportunità di far crescere uomini e giocatori allo stesso tempo: “Condividere-Responsabilizzare-Divertirsi” sono sempre state le idee iniziali con il quale si è potuto costruire tutto questo.

Mancava ‘solo’ il tassello più importante, ovvero i giocatori, uomini che hanno abbracciato ciò che abbiamo tentato di costruire; bisogna sempre ricordare che I GIOCATORI sono il cuore della società e della comunità di squadra, ed è per questo che loro devono essere il focus principale di tecnici e dirigenti; come ho sempre detto i ragazzi sono stati dei ‘pionieri’ in questo. Non era per nulla scontato che ragazzi di giovane età capissero il lavoro che volevamo fare e hanno lottato per creare ciò che loro hanno scelto di condividere.”

Ovviamente la promozione in Serie B è il momento clou di questi 4 anni, ma c’è un altro momento di cui vai particolarmente fiero?

“Bella domanda; questi anni sono stati pieni di momenti e ricordi…. Quindi sceglierne uno diventa seriamente difficile; diciamo che ogni singolo momento/episodio è sempre stato un coronamento del lavoro svolto.

Direi che i ricordi più belli sono legati all’essere umano e non al risultato (quello arriva quando si crede in qualcosa).

Porto nel cuore gli abbracci avuti, i pianti fatti per partite perse e i “ti voglio bene” che molti giocatori mi hanno detto, ed il sentimento è reciproco con ogni giocatore passato in questa avventura. Creare ricordi è un atto fondamentale della condivisione di emozioni, quindi ne ho tanti e tutti molto sentiti.”

Infine, un augurio per i tuoi ragazzi?

“Auguro ad ogni singolo giocatore, dirigente e allenatore di continuare a vivere con felicità ciò che gli porta lo stare sul campo; sacrifici e momenti difficili sono solo dei “mattoncini” che portano alla felicità finale di essere su un campo con amici e condividere assieme quei momenti.

I traguardi vengono determinati direttamente da ciò che vogliamo…. E sono sicuro che tutti i ragazzi possono raggiungere ciò che si mettono in testa.

Ho sempre creduto nel lavoro duro, e con questi ragazzi ho trovato terreno fertile”